07/12/21 - Rispondo subito, Vostro Onore

Rispondo subito, Vostro Onore, alla domanda.
Mi chiedete perchè sono stato così assillante nello scrivere sui social tesi contro la Guarigione Globale.
Vorrei spiegare bene il motivo.
C'è un grande pezzo dei Pink Floyd, in un album che qualcuno considera depressivo, per me uno di quelli che accompagano dolcemente i momenti del vivere, anche i più tristi.
Fa parte dell'era matura, quella con Roger Waters; ha titolo 'The final cut', forse alludendo alla loro fine.
C'è un brano, 'the gunners dream', che ci porta nei sogni di un soldato della prima guerra mondiale.
Parte con una esplosione, un aereo che si allontana, una introduzione di pianoforte. Struggente.
Il soldato si addormenta; sogna.
Cambio scena, non c'è guerra; i ricordi di com'era assalgono il soldato.
Sale il tono, diventa drammatico.
Sogna di essere appena uscito dal lavoro, di sentire nel freddo dell'inverno il morbido della sciarpa calda intorno al collo, di vedere lo spendore nei capelli della fidanzata, di prenderle la mano....
...
e poi un accordo di pianoforte
un colpo secco di batteria
... e viene catturato dal pensiero del sogno, passaggio reso magistralmente dalla voce che si trasforma in un solo di sax (2:20)
Il sogno prosegue, descrive i dettagli di una vita normale, la gente in chiesa, e...
nessuno più uccide i bambini
nessuno più uccide i bambini
Dopo averlo ripetuto due volte
un colpo di batteria
e la voce ossessiva che ripete quanto ogni notte il soldato moltiplichi questo sogno di normalità che lo assilla, diventa un incubo,
(santo cielo, salgono anche gli archi dell'orchestra, arrangiamento magistrale)
che lo fa impazzire; il sogno della normalità s'avvita di pazzia intorno a questo pensiero.
Tra gli accordi del pianoforte il pezzo termina,
la voce narrante ricorda che, dopo tutto, ciò che dobbiamo fare, ciò che è importante
è fare attenzione al sogno del soldato,
pensare a quanto fosse preziosa la normalità prima che tutto finisse nel vortice della guerra.
Non ho altro da aggiungere, Vostro Onore.
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