09/12/21 -Appello

Ciò che rattrista un poco i pensieri che vagano inquieti tra i radi neuroni è che dopo l'ultimo post, su 'The gunners dream' dei Pink Floyd, ho sempre in testa un pezzo successivo nello stesso album, 'The Fletcher Memorial Home', immaginifico ritratto dell'aristocrazia senile dei potenti e, insieme, il riassunto di uno dei più ficcanti dolori che, in tempo di vaccini, trafigge qualche momento dei miei giorni.
Premessa, da wikipedia: 'The Fletcher Memorial Home' tratta il tema della pochezza dei potenti della Terra, incapaci di prendere decisioni valide per il bene dell'umanità.
Cita personaggi politici per nome (tra gli altri Nixon, Thatcher, Regan, Breznev) definendoli 'tiranni incurabili', incapaci di comprendere qualsiasi cosa al di fuori del vedersi in televisione.

"And they can appear to themselves every day
On closed circuit T.V.
To make sure they're still real.
It's the only connection they feel."

(Tra molte parentesi: ah, che testi, e che musica. Ero giovane e affascinato da tanta potenza, era il 1983)
La pandemia ha fatto indossare, e ha tolto, maschere; mi trovo a collocare tanti 'potenti' o ex-potenti - non solo tra i nomi illustri di politici e giornalisti, ma anche tra amici e conoscenti - nella Fletcher Memorial Home.
Vedo stimati generali, maestri di pensiero, guide, giornalisti, figure illuminanti, ciò detto nella migliore delle accezioni, diventare debosciate figurine allineate col capo chino a lucidarsi le mostrine di un passato ardore, incapaci di alzare lo sguardo di fronte allo scempio che si compie innanzi a loro; scoppiano le bombe della battaglia, si uccide democrazia e l'unico pensiero che hanno è di scuotersene la polvere che, ahimè, insozza le mostrine.

Did they expect us to treat them with any respect?
They can polish their medals and sharpen their smiles

Ho imparato, in quegli anni '80 della mia formazione, che quando ti vedi tutti contro... invece di fare l'eroe devi ritirarti, perchè molto probabilmente sei nel torto.
Così oggi di fronte al fuoco di fila dell'intellighenzia tutta, sia essa delle comunicazioni della cerchia radio-rete-televisiva nazionalpopolare che di quella dell'intorno più ristretto delle (ankesocial) amicizie, all'unisono favorevole alla politica vaccinale da me aborrita, non ho potuto che fare non uno, ma molti passi indietro, ed allontanarmi da qualsiasi posizione di sicurezza verso i territori rarefatti del dubbio dove non c'è appiglio saldo, dove il cammino affonda nelle paludi dell'incertezza.
Così ho imparato, in queste pandemiche affabulazioni, ad ogni passo tastare il terreno, sondarne la stabilità, verificare i dati; solo successivamente tentare il passo seguente.
Che questa sia via verso la ragione, o verso demenza definitiva, dire non so; non ho fede, dogma o certezza a sostenermi ma, come ogni persona che si rispetti (nel senso che rispetti sè) uso il cartesiano dubbio e il sotterraneo istinto per ragionar ragioni: ed è lavoro.
Lavoro a vortice, che inghiotte tempi, hobby, e... minaccia i sorrisi; intuire il baratro davanti ai passi amici è dolore.
Generali, guide, capipopolo dei tempi nuovi e andati: alzate lo sguardo dalle vostre mostrine, datevi da fare.
Guardate il nemico in viso, fissatelo bene negli occhi.
Lasciate che tutta la sua potenza vi penetri nel cuore.
Quando sarete al massimo del terrore, vi sveglierete di soprassalto.
E' stato solo un incubo! Ci stava trascinando tutti.
Riprendete le forze, è un nuovo giorno, la situazione è controllabile.
Svegliatevi.

Abbiamo bisogno di voi.
Condividi su