Raccontare in video La Cassa

E' passato circa un anno da quando scrivevo di tre video su La Cassa e che erano ispirati ad acqua, terra e aria.
Ora non posso fare a meno di citare il quarto che riguarda il fuoco.
Prima di parlarne, riporto alcuni altri racconti fotografici pubblicati da allora che riguardano il territorio.

Taglio d'acque - Il guado sul Ceronda del truc di Miola a La Cassa





A chi passeggia o pedala nel Basso di La Cassa saranno cari, come a me, i luoghi di confine, i cambi di stato, i punti che possiedono un loro genius loci da ritrovare ad ogni passaggio.
Così è per me il guado del Trucco; spesso soleggiato, facile da attraversare, gioco di bimbi e ristoro per gli occhi nella sua semplicità quasi banale.
A questa bellezza in sedicesimo vorrei dedicare queste immagini; mi diverte rincorrere le gioie minute, vestire a festa questi luoghi semplici, poveri di fama; e ristori dell'anima. Ho scelto una musica dal forte impatto, Sacrifice degli Orange Blossom, che mi è sembrata in grado di ammantare di luce anche una umile cascatella di pochi centimetri. Che primavera sia.

La musica scelta è Souffrance degli Orange Blossom, una curiosa band francese che produce un mix di world music e elettronica. Sicuramente non è un brano significativo del loro vasto repertorio, invito a sentire l'esplosiva habibi.

Costabella - Monte Bernard




Nella serie dei video su La Cassa non poteva mancare quello sul Monte Bernard, il monte su cui si adagia il paese.
Il nome, dall'etimologia che ricorda la forza dell'orso che un tempo lo percorreva, evoca la roccia e la fatica della salita; sono settecento metri di dislivello dal paese.
La prima parte è la salita verso Costabella, raggiungibile da più parti; la seconda è il percorso verso il traliccio, duro tratto di ripida ascesa; nella terza e ultima il sentiero si arrampica tra le rocce per giungere fino alla cima.
Essendo l'ultimo contrafforte delle prealpi prima della pianura il panorama è impagabile.

Il sogno del ricco - La fontana dell'Aris



Comporre un video, mettere insieme suoni e immagini, come ogni manifestazione artistica richiede che l'autore metta parte di sè in ciò che produce; soprattutto la parte più inconscia, scoperta, sensibile.
A volte succede di più, altre di meno; altre ancora così forte da turbare.
E' un piccolo video, meno di cinque minuti, su un minuscolo luogo ai più insignificante; una fonte coperta da una tettoia ai margini di una grande pietraia.
E' uno scrigno di sensazioni.
Qualcosa era stato scritto di questo luogo su lacassa.net, ed è stato pubblicato qualche tempo fa un video che riguarda la stessa rossa roccia, il colle Lunella, più in alto. Ed è questa rossa roccia a fare da catalizzatore dei pensieri, a guidare il racconto che parte con passi e finisce nel sogno.
La roccia è rossa, contiene ferro; materiale, colore e minerale che nell'antica suggestione astrologica portano a Marte, all'Ariete e al Leone; cioè forza, mascolinità, coraggio, potenza; anche furia, primavera, esplosione.
Oltre alla particolarità del suono di queste pietre, per il quale rimando a lacassa.net, camminando sulla pietraia si sente, invisibile, sotto le rocce scorrere l'acqua. Fenomeno abbastanza strano; non siamo nell'impluvio del monte, nel quale scorre più minuto ruscello.
L'acqua è Luna, Venere, Cancro; dolcezza, bellezza, femminilità, è il sapore dei frutti di giugno; lontanissima dai sentori marziani, eppure qui scorre sotto, ne è alla base. Sotto la tettoia scorre la fonte e ci sono tavoli di pietra su basi di rosso ferro quasi a riassumere al viandante il senso del luogo, fermandosi a rimirare nell'aria limpida il panorama del piano.

La composizione del video


La musica è alla base del racconto; è una nenia, una filastrocca o una preghiera e bene si presta a descrivere lo stato onirico che si vuole rappresentare.
La composizione è divisa in tre parti: una introduzione con arpeggio, una parte centrale con arpeggio e voce, una parte finale in cui cambia la voce assumendo valenze fiabesche.
Le tre parti sono divise dalle sequenze degli amenti gialli dei noccioli; rappresentano la forza della vita (Marte) e, attraverso la mascheratura che riporta lo scorrimento del giallo sulle clip precedenti e seguenti, fanno da collante tra le due parti; lo schema diventa
  • prima parte - avvicinamento amenti
  • seconda parte - fonte e pietraia amenti
  • terza parte - sogno

Gli amenti vorrebbero diventare, immodestamente, le 'promenade' che legano i 'quadri' di Mussorgsky. Gran parte delle clip e delle foto sono legate tra loro attraverso transizioni a dissolvenza incrociata di durata pari al suono di chitarra che le sottolinea.
Nella prima parte è stata inserita una clip introduttiva, una ripresa dal drone, che partendo dal paese descrive il percorso per arrivare al luogo; è stato associato il rumore di passi per accompagnare lo spettatore nell'avvicinamento.
La seconda parte è stata suddivisa in due sottoparti: la fontana stessa e la pietraia vicina. Per descrivere la fontana, vero centro emozionale del video, sono state utilizzate fotografie sugli oggetti fissi e video sulle parti in movimento, cioè sull'acqua; si è introdotta in questo modo la coppia pietra/acqua. Per descrivere la pietraia si sono utilizzati soprattutto video portando l'atttenzione all'acqua sottostante 'scendendo' in basso con le riprese e riprendendo il rumore dell'acqua che scorre sotterranea.
La terza parte, il sogno, è costituita da video con l'inserimento di effetti in modo da simulare - la pietraia che diventa un lago, riproponendo ancora il legame acqua-pietra - l'avvicinamento alla fonte con simmetria assiale verticale che nel contesto della valle diventa un riferimento più che palese al femminile; l'osservatore attento vedrà un viso disegnato nelle forme che si compongono - un sequenza complessa e geometrica che ereditando da quella precedente un centro vorace (il riferimento ai fiori di Gerard Scarfe nei disegni di 'The wall' dei Pink Floyd è possibile) passa attraverso geometrie cangianti alla rappresentazione multidimensionale del territorio; il livello onirico si innalza con la costruzione di forme costruite dai rami degli alberi che riportano ai mandala indiani
Sul fermo sequenza dei mandala termina il video, riportando lo spettatore alla ricerca di senso tra gli opposti acqua/pietra.

In totale sono state registrate circa due ore di riprese video e 80 fotografie.
Le riprese sono state effettuate con drone DJI Mavic Air 2, fotocamera Canon 5D, smartphone OnePlus 8T con sistema FilMic PRO e stabilizzato con ZhiYun Smooth 4; il tutto montato con DaVinci Resolve 17.

La Cassa delle favole




Questo video è un divertissement (che wikipedia dice: composizione letteraria o artistica dal carattere frivolo o giocoso), un esperimento che prende le mosse dal tramonto del solstizio d'inverno e da un fuoco acceso in controsole per svilupparsi in una fantasticheria di luci e contorni tra l'immaginato e il reale.
Due minuti di giochi che esasperano le riprese per restituire il momento magico dell'anno in cui, ancora una volta, nasce la vita, la luce del mondo; si ripete la favola che ci fa vivi.

Neve rami case strade




La cifra, in questo video, come negli altri che ho proposto in questo canale, la fa la (- - note!!) musica; cerco giusto di metterci qualche ripresa vicino, una 'colonna visiva' alla musica.
Ch'è di Jocelyn Pook che sicuramente avete già sentito nell'orgia rituale di Eyes Wide Shut di Kubrick o più prosaicamente nell'intrigante spot campari 'red passion' di qualche tempo fa.
In questo caso ho scelto 'Dionysus', da 'Untold Things', presente nella colonna sonora di 'Gangs of New York' di Scorsese; una musica che si accompagna alle immagini. Inizia con un basso ipnotico che scandirà il tempo.
Una voce di secondo piano che - inspira, espira - darà vita a questo ritmo con movimenti subliminali. Ed una cantata melodia, accompagnata da un crescere di strumentazione, a costruire l'armonia intorno a questo brano livido fuori e caldo dentro.
Gli alberi, i rami, la loro forma esaltata dall'inverno e sottolineata dalla nevicata sono la partenza del racconto; perchè un albero d'inverno è nuda sostanza, essenziale eleganza, la neve sottolinea esalta amplifica glorifica il simbolo esposto nelle chiare forme.
Viene da ricordare l'albero di Jesse o dei patriarchi, e quello della conoscenza del bene e del male, e la verga di Aronne e l'albero dei peni nella piazza di Massa Marittima; ai curiosi consiglio "L'albero filosofico" di Jung e "L'albero e il sacro" di Maria Giovanna Mussio, letture dolci e profonde che ci avvicinano a questi esseri gentili che portano lontano, segnano la strada.
Il passaggio dagli alberi alla strada è segnato da piccole gocce d'acqua, da bacche colorate che accompagnano il (lettore? visore? boh) a seguire percorsi che da sentieri diventano sterrati e quindi strade 'formali', asfaltate. Di qui è semplice il passaggio verso le case, ed il loro riunirsi per scaldarsi in paesi; ed ancora una volta, per me viandante tra italici borghi, diventa essenziale alla vista la presenza di un campanile intorno al quale raccogliersi.
Non c'è paese senza campanile; intorno a lui si chiude la sequenza finale del paese immerso nei boschi tra neve, nebbioline ed i respiri ancora frementi della musica di Jocelyn Pook e del suo basso che, ancora, segna il tempo.

Ceronda full of snow




Mi diverte riprendere ed esaltare quei luoghi che lontani da essere bellezze eclatanti acconsentono volentieri ed un poco stupiti ad uno sguardo ammirato che ne sottolinei il carattere.
Ne nasce un intimo rapporto reciproco che si consolida con il tempo; per i luoghi come per le persone.
E' il caso del cosidetto digotto, tecnicamente una briglia, cioè uno sbarramento sul Ceronda che con un paio di salti infrange l'energia di questo pacifico torrente creando due cascatelle per un'altezza totale di forse un paio di metri.
Non ho idea di quando e perchè sia stato costruito; forse per regimare l'acqua in vista dell'attraversamento del canale (o, più pomposamente, naviglio) di Druento che lo incrocia più avanti.
Nelle passeggiate nel Basso di La Cassa costituisce una soluzione di continuità, una piccola oasi per rilassare la mente accompagnata dallo scroscio del salto d'acqua. Così mi sono divertito a coccolare un poco questo piccolo luogo, facendone il centro di questo video.
Il titolo deve l'associazione con il brano di Bjork, "All is full of love", godibile appieno ad un buon volume e con uno schermo importante a disposizione per lasciarsi coinvolgere dal movimento d'acqua.
Il breve video si apre e chiude con le forme inconsuete che la spruzzata di neve disegna sul territorio, sprofondando nell'elegante nero più cupo la livrea di questo piccolo torrente tra i bianchi accecanti disegnati dalla neve sui rami.
Coccolare la nostra dolce via d'acqua, a fine anno, spero sia di buon augurio


Di foglie, di campi: mantra.





Nel profondo del novembre che affonda nell'inverno si indovinano luci e geometrie.
Poche settimane separano dal solstizio, mesi passeranno prima della rinascita della vita; ma a cercare bene qualche colore lo si trova, qualche luce brilla; tra i campi arati per ospitare il seme qualche speranza risorge.
Tre parti tra loro risonanti si uniscono: le foglie, i campi ed il mantra che li racconta.
Tra i primi sono le geometrie a fare da unione, nervature portano linfa, canali portano acqua; entrambi aridi in questa stagione torneranno turgidi nel prossimo ciclo, in quell'infinito rincorrersi di inizi e fini che la ripetizione del mantra canta così bene.
Queste visioni vogliono dare voce al mito dell'eteno ritorno, al ciclo continuo del tempo nel respiro e nella stagione; anelando a quella illuminazione così fugace e breve da apparire in coda: cara, la Stella del Mattino.


Inverecondi rossori d'ardente selva

Ed ecco, come promesso, il fuoco: quarto video della serie degli elementi.
Come i primi tre (marzo, aprile, giugno) anche questo (novembre) si libra in tempi di lockdown.
Come i primi tre anche questo contiene, nel titolo, il riferimento vegetale; a testimone di quanto sia legato il territorio alla verde forza.
E' stato, tra i quattro, il lavoro che ha richiesto più lunga gestazione.
Dapprima il fuoco voleva essere il sole dell'estate, l'afrore del luglio e dell'agosto. Quindi è maturata l'idea dell'ardore dei colori autunnali modulato inusualmente come fuoco-furia, tanto che le 'Furie terribili' di Hendel è stata la colonna sonora a lungo vagheggiata. Due versioni in particolare. quella scenica di Katherine Watson interpretata in un fantastico filmato (che bell'idea! guardatela! guardatela!) e quella superba e lussuriosa di Glyndebourne (link al fondo della descrizione su youtube) dovevano essere mescolate alle scene d'autunno per evidenziarne, irritualmente, l'esplosione, il furore.
Il caso e il profumo dell'aria hanno voluto diversamente; dopo qualche prova la musica trascelta intreccia la voce incredibile di Lisa Gerrard su un brano molto meno 'furioso' esteriormente ma con un trascinante sottofondo ad interpretare quel furore provocante gl'inverecondi rossori delle pudiche selve.
Ancora una volta, come per i video precedenti, la preghiera è di guardare e sentire con rispetto per i vostri occhi e le vostre orecchie questo filmato; su grande schermo, in cuffia o con una rappresentazione audio adeguata; se non lo potete fare, isolatevi e godetevi musica e immagini.
Sarà il modo migliore per essere in sintonia con l'autore.


 

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