09/01/22 - Cure precoci

Uno: le cure precoci nel mondo

Questo intervento riguarda l'importanza della adozione 'ufficiale' di cure precoci contro la covid, cioè di quelle cure inserite  nel 'protocollo' con cui trattare le persone contagiate dal virus.
In questo schema vedete sulle righe i principi attivi utilizzati  e sulle colonne gli stati che li hanno utilizzati; quando l'incrocio corrisponde ad una casella verde scuro significa che fanno parte del protocollo ufficiale, se è verde chiaro ne fa parte non proprio ufficialmente, è una specie di consiglio, se è grigia vuol dire, a seconda del livello del grigio, che è adottata in modo non ufficiale.


Sono dati di pubblico dominio, scaricabili da c19adoption.com.
Dall'analisi delle colonne vedete ad esempio che Italia, Francia e Spagna non utilizzano cure precoci (colonna tutta bianca)  mentre India Egitto, Arabia Saudita e Venezuela sono tra quelle che utilizzano il  maggior numero di medicinali per cure precoci (almeno cinque trattamenti ufficiali). Dalle righe vedete che ivermectina e idrossiclorochina sono quelli più adottate.

Per avere un criterio di confronto prendiamo da una parte alcune nazioni che non utilizzano le cure precoci come l'Italia e stati vicini nella stessa condizione come Francia e Spagna e dall'altra stati nei quali vengono utilizzati più di quattro principi attivi, come Venezuela, Arabia Saudita, India e Egitto.
Ecco i dati OWID dei contagi aggiornati all'8 gennaio 2021 per milione di abitanti:


Sembra che nelle nazioni che adottano cure precoci i contagi siano molto minori.
Ciò è strano; come può una cura precoce diminuire i contagi? Probabilmente evitando la fase acuta e contagiosa della malattia.

Purtroppo OWID non ci fornisce i dati delle ospedalizzazioni e terapie intensive, ma possiamo vedere quelli della mortalità, per capire quanto abbiano influito le cure precoci:

Il grafico parla da sè: nelle nazioni dove ci sono cure precoci la mortalità da covid è estremamente più bassa, si aggira, in data attuale, intorno tra 0.05 e 0.21 per milione mentre supera i 3 morti per milione in Italia e Francia, cioè è 10 volte più alta.
Vorrei ancora presentarvi un dato, secondo me molto interessante, che è il 'case fatality rate', cioè la percentuale di persone che muoiono rispetto a quelle che si infettano; ovviamente più è bassa e meglio funziona la sanità:

 


Si vede che i sistemi sanitari dei paesi che non adottano cure precoci funzionano meglio, salvando più vite degli altri. Questo ci dice che il numero enormemente maggiore di morti covid non è dovuto al sistema sanitario che funziona male; è paradossale il caso dell'India che nonostante abbia un fatality rate molto più alto del nostro ha molti meno decessi.

Ora proviamo ad affrontare un approccio cumulativo e confrontiamo il numero totale di decessi durante tutta la pandemia, ovviamente sempre riportato per milione di persone, tra i paesi che hanno o meno adottato cure precoci:

Il valore riportato da OWID per l'Italia è intorno alle 2300 persone per milione (che moltiplicato per 60 porta ai 139000 decessi attuali) mentre il valore per le nazioni che hanno adottato le cure precoci è di un ordine di grandezza inferiore, cioè circa un  decimo.
Questa è una mazzata; si potevano risparmiare i 9/10 dei decessi utilizzando le cure precoci? e quindi avere un decimo di terapie intensive, un decimo di ospedalizzazioni? Se questo fosse vero, che giudizio dareste su chi ha organizzato la sanità in Italia, Francia, Spagna?
Una possibile risposta è che tra negli stati che ho preso a confronto i dati siano riportati in modo approssimativo, che non siano sostanzialmente esatti.
Questo farebbe imbufalire i responsabili locali, ma rifacciamo i confronti riprendendo il criterio iniziale per vedere altri stati, cioè inserendo solo stati in cui ci sono stati almeno 3 farmaci per cure precoci, inseriamo Giappone, Cina, Australia.
Ecco il risultato:

Santo cielo, peggio che mai.
Anche in questo caso vediamo che la mortalità di chi ha adottato cure precoci nei protocolli ufficiali è ancora più piccola rispetto alla nostra. Il rapporto tra la mortalità della Cina e l'Italia è mille a uno! Rispetto al Giappone: quindici a uno, cioè la situazione giapponese con l'utilizzo di ivermectina, e altri due farmaci chiamati sotromivab e casirimivab ha fatto si che la pandemia provocasse quindici volte meno morti / ospedalizzazioni / terapie intensive rispetto all'Italia.
(per il Giappone vedi ad esempio https://lecourrierdesstrateges.fr/2021/08/30/le-japon-prend-partie-pour-livermectine-dans-la-lutte-contre-le-covid-19/ per l'ivermectina).
Indagando ci sono anche alcuni altri stati che, nonostante abbiano utilizzato tre farmaci per le cure precoci, non hanno abbattuto il tasso di mortalità: USA, Regno Unito, Canada. Di questi, solo gli USA hanno un tasso di mortalità maggiore del nostro; ma sappiamo quanto la politica guidata da Fauci abbia insistito sull'uso dei vaccini al posto delle cure precoci e di quanto sia stata demonizzata l'ivermectina negli USA.


Due: l'esempio dell'ivermectina


Per capire quanto il problema venga studiato, analizziamo il farmaco più utilizzato per le cure precoci, l'ivermectina.
Ricordo quanto chi mesi fa suggeriva l'uso di questo farmaco, veniva schernito con quello che veniva considerato un 'farmaco da cavalli' grazie alla narrazione tossica che ne veniva fatta per sconsigliarne l'uso, nonostante i numerosi studi sull'efficacia:


Questo l'elenco degli studi effettuati sull'uso dell'ivermectina con gruppo di controllo; quelli verdi sono quelli che ne testimoniano l'efficacia, viceversi quelli rossi non la confermano. Non sono medico e non so dare i dettagli, che trovate a ivmmeta.com, ma so leggere le conclusioni: "Statistically significant improvements are seen for mortality, ventilation, ICU admission, hospitalization, recovery, cases, and viral clearance".

Questo vale solo per l'ivermectina, sugli altri trattamenti trovate tutti i dati possibili su https://c19early.com/, dove è ben indicato che queste cure precoci non sostituiscono i vaccini, ma li integrano; l'importante è riconoscere la funzione indispensabile delle cure precoci, "Negare l'efficacia aumenta il rischio che COVID-19 diventi endemico; e aumenta la mortalità, la morbilità e i danni collaterali. " (dal sito).
Di fronte a tutti questi grafici e a questa evidenza, sorge spontanea una domanda:

Tre: Perchè in Italia non ci sono cure precoci?

Ovviamente la domanda è intesa dal punto di vista 'ufficiale': molte persone adottano cure precoci affidandosi a medici 'alternativi' al protocollo suggerito dal ministero della sanità che prescrive 'Tachipirina e viglie attesa', che per un caso personale posso testimoniare quanto sia tutt'ora vigente.

Ricordo per sommi capi, perchè tutti sicuramente conoscerete molto bene la vicenda, quali siano stati i passi per l'affossamento delle cure precoci in Italia:

a) Tachipirina e vigile attesa

E' la circolare del Ministero della Sanità del 30 novembre 2020, quella della famosa 'Tachipirina e vigile attesa'

b) Ricorso contro la circolare, a favore delle cure di ogni medico 'in scienza e coscienza'

Il 6 marzo 2021  un comitato di medici ricorre al TAR Lazio contro il Ministero della Salute, Aifa - Agenzia Italiana del Farmaco,
"per l'annullamento, previa sospensione dell'efficacia, della nota AIFA del 9 dicembre 2020 recante “principi di gestione dei casi covid19 nel setting domiciliare” nella parte in cui nei primi giorni di malattia da Sars-covid, prevede unicamente una “vigilante attesa”

c) pronunciamento del Senato

il Senato in modo quasi unanime (212 a favore, 2 astenuti, 2 contrari), ha chiesto al governo di approvare un protocollo unico nazionale per regolamentare e ampliare le cure domiciliari contro il Covid-19, superando la 'tachipirina e vigile attesa'

d) Il TAR Lazio accoglie il ricorso del comitato di medici

"il ricorso appare fondato, in relazione alla circostanza che i ricorrenti fanno valere il proprio diritto/dovere, avente giuridica rilevanza sia in sede civile che penale, di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza, e che non può essere compresso nell'ottica di una attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi." (dalla sentenza).
I giornali intitolano 'I medici potranno scegliere le cure domiciliari'.

e) Il Ministero della Saute e l'AIFA ricorrono contro la sentenza del TAR

Ricorrono al consiglio di stato contro l'ordinanza del TAR del Lazio, il 22 aprile, che respinge l'istanza (http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato344332.pdf)
Questo non significa che i medici non possano sciegliere quali medicinali, previo consenso informato, possano prescrivere ai loro pazienti; significa però che questo può avvenire solo se il medico lo decide personalmente sotto la propria responsabilità, mentre nell'ufficialità rimane vigente il protocollo 'tachipirina e vigile attesa', nella nuova circolare di aprile  integrato dall'uso di FANS (antinfiammatori). Questo significa che ogni medico che non voglia assumersi particolari responsabilità si atterrà al protocollo.


6) Quindi?

Resta di chiedersi perchè il ministero della salute e l'AIFA abbiano fatto ricorso contro la libertà di cura.

Una motivazione potrebbe risiedere nel contratto di Pfizer per la fornitura di vaccini, che copre anche "qualsiasi dispositivo, tecnologia o prodotto utilizzato nella somministrazione o per potenziare l'uso o l'effetto di tale vaccino", oppure nel fatto che il contratto non può essere rescisso se vengono trovate cure alternative.
Questa spiegazione mi convince poco, inoltre quanto si può leggere deriva dal contratto Pfizer con l'Albania, quello italiano (nonostante venga pagato con i nostri soldi) è segreto e potrebbe essere diverso.

Il dott Stefano Montanari trova una risposta: "...mi sono a lungo chiesto perché Speranza abbia impugnato davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar del Lazio sulle cure domiciliari pre ricovero (nota meglio come vicenda “tachipirina e vigile attesa”). Sembrava veramente strano. Oggi ho capito e trovato il motivo e le fonti: il vaccino sperimentale (lo sono tutti fino al 2023, sappiatelo) può essere autorizzato solo se non esistono cure alternative. Se esistono valide cure il Comitato deve revocare l'autorizzazione ai sensi dell'articolo 4, comma 2 ultimo capoverso Regolamento CE 507/2006 del 29 marzo 2006*"

Questa mi sembra una spiegazione plausibile, per quanto, visto il numero di decessi, terrificante.


Questi dati suggeriscono che tutta l'attuale politica pandemica, basata sulla vaccinazione a tappeto e sulla caccia ai non vaccinati, sia inutile.
Dimostra inoltre che avremmo potuto avere il 90% di morti in meno grazie all'adozione di cure precoci: questo è, lo ripeto, terrificante.


Ci sono errori in quanto riportato? Lo voglio sperare, e ringrazio fin da subito chi me li possa segnalare.

Se non ce ne fossero,
chi parla di una Norimberga 2 ha tutte le ragioni.
Chi si gira dall'altra...

 


 

 

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