Tre racconti per innamorarsi di paradiso

C'è voluto il Covid.
E dire che sono sempre stato appassionato delle nostre zone; fanno ventiquattr'anni che vivo a La Cassa e l'ho annusata, esplorata e fotografata in lungo ed in largo, ma c'è voluto il Covid a farmi capire una volta in più quant'è bello e magico l'ambiente in cui viviamo.
Complice la clausura forzata e la breve distanza concessa per sgranchire le gambe e dare sfogo al cane, ho fotografato i miei dintorni dall'alto e dal basso cercando di osserare con occhi nuovi questa primavera diversa da tutte le precedenti; ne sono nati due racconti videofotografici sul nostro territorio, il primo dedicato all'acqua, il secondo alla terra, che mi è piaciuto condividere con i miei 'vicini di paradiso'.



Il primo, Srunda, prende il nome dal Ceronda (che a Druento diventa Sunder, al maschile; chissà perchè) e ha come sottotitolo l respiro della Verna perchè la Verna, o ontano, è albero caratteristico di queste zone; insieme al carpino ed alle querce forma freschi boschetti deliziosi. Le immagini sono del mese di aprile, di una primavera appena sbocciata; sono accompagnate da musica di Armand Amar con le voci di Sara-Marielle Gaup e Isabel Sorling che ne sottolinea l'incanto.
Il video prende le mosse da una cartina dei toponimi di La Cassa che evidenzia quanti ne siano derivati dagli ontani; I Vernè, ad esempio, ed il magico lac d'li Verni che evoca boschi incantati come laghi, proprio ai piedi dei primi rilievi, dove il Ceronda si incrocia con il canale di Druento. Ed è questo strano incrocio di due vie d'acqua a mostrare le prime immagini dall'alto, mentre il pianoforte sciorina le prime note sul tappeto vocale e l'orchestra libera i violini, per poi risalire il Ceronda indugiando tra fiori, radure, stagni pieni della vita che si risveglia con un insospettabile branco di pesci lacassesi. Le acque, il loro gorgogliare e fluire trasparente, riportano alla frescura della stagione, ai ritrovati calori, per poi terminare con una immagine dall'alto ipnotica e lenta tra il canto e le note del pianoforte.


Per il secondo, Passaggi, la cifra che informa il racconto è la colonna sonora: la musica barocca di Vivaldi nell'orchestrazione del salmo 126 "Nisi Dominus" per "contralto, viola d'amore, archi, basso continuo" ed in particolare il brano "Cum dederit" che parla dei doni del sonno e del sogno: ed è quindi onorico l'intero svolgimento, dedicato alla terra "all'ombra della rovere', pianta così cara ai nostri luoghi. Mentre la voce si libra e modula le parole 'fructus ventris' l'associazione tra sogno, bosco umido e ventre fecondo illumina vertigini fuor di senno.
Su una musica così alta non possono che costruirsi paesaggi fantastici, a partire dalla sequenza iniziale che procede dalle zone umide del video precedente; dai campi coltivati appare il bosco, piccoli animali punteggiano la sequenza che segue l'inserimento vocale sull'orchestra in una umida radura  tra ontani per proseguire nei sentieri ombrosi di maggio con le loro luci ed i posti segreti; alla modulazione vocale corrispondono i passaggi di messa a fuoco e le transizioni di immagini delle riprese. Viste aeree, pollini svolazzanti, erbe mosse dalla brezza, strade battute dai venti leggeri per terminare in una sequenza sulle ombre nette della sera su una mandria che ne disegnano sul terreno sequenze animate, per salire dal bosco ad una visione corale delle case del paese che riassume la paternità di tanta bellezza.

Il terzo, 'In Aria', racconta la storia dei voli col drone sopra a La Cassa; nella prima sequenza mi si intravede.
E' il più onirico, sognato, quello che più vive nell'ombra tra la veglia e il sonno.
La musica di Armand Amar è un mix di gioia, stupore e nostalgia di paradiso che traspare dalle note del pianoforte.
Si apre con sequenze in timelapse di nuvole primaverili su La Cassa, in questa strana covid-primavera che ha fatto apprezzare ancora più questi luoghi.
Dal vento si passa alle cascine: cascina san Giovanni, cascina Pralungo si mostrano nella loro arcadica bellezza; quasi stupisce di averle così belle e così vicine a ricordari qual è stata la storia di questi luoghi legati alla agricoltura e alla pastorizia.
Si vola quindi sul centro del paese; anche in questo caso ci si rende conto come la storia sia alla base dell'attenzione: il campanile fa da perno ai pensieri che volano alti a ritrovare le vie e cercandone i significati. Il concentrico, incastonato nel verde del territorio, mostra nella primavera una bellezza mozzafiato, quasi difficile da assaporare per chi ci vive nel quotidiano.
Un passaggio indugia sulle strade sinuose, anch'esse simbolo di questo territorio così percorribile, senza aspri dislivelli ma con dolci curve amate da ciclisti, motociclisti e (non sempre) pigre autovettore.
Si procede con un passaggio sul Truc di Miola per concludere su Santa Maria della Stella, ormai rinfrancati d'aria e di volo per strizzare l'occhio, complici e grati, a chi ci muove a tanta bellezza: la Stella del mattino.


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C'è voluto il Covid; tra tanti effetti negativi, ha provocato per me, come per tanti altri, la scoperta o la riscoperta dei luoghi del cuore, sia per chi in queste zone è nato sia per chi le vive.

 


Ci si può innamorare
dappertutto
ma dove sei nato
di più.

Cesare Zavattini


I video sono dedicati a tutti i miei 'vicini di paradiso'; sono disponibili su Youtube cercando "La Cassa photostreams"; a richiesta sono disponibili in alta risoluzione.

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