febbraio, la febbre della terra



Magari si può pensare di mettersi lì con il mouse in mano e scrivere di febbraio come se fosse un mese come gli altri; anzi, forse un po' meno degli altri, in fondo abbastanza semplice, corto, di cui si sa quasi tutto: un mese di passaggio che traghetta l'inverno di gennaio verso la primavera, il mese del carnevale e dell'inizio di quaresima.
Ebbene no; non si può trattare febbraio con sufficienza: provate a farlo, vi prenderà a sberle, magari vi beccherete un'influenza con una bella febbre.
Scavando appena un pochino tra il grigiore del mese balugina il fuoco che prende l'anima curiosa che osa indagare su questo mese secondo del nostro calendario; affiorano rosse luci di passioni sfrenate, cilici e rituali di espiazione, donne anelanti la frusta, penitenze, esagerazioni carnali, madonne dei travestiti... e ancora febbre, menti che pulsano febbricitanti e tanto fuoco dietro l'apparente mitezza di questo mese freddo.
Mettetevi comodi, non sarà lettura breve, nè facile; cercate un buon momento per accompagnarmi in questa discesa negl'inferi del mese.
E' un percorso che scuote le colonne stesse delle nostre vite portandoci a spasso per le regioni oscure dell'anima, un percorso da ultimare fino all'ultima tappa prima di invocare ai numi di suggerirci la liturgia per risalire a riveder le stelle.

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All'inizio possiamo focalizzare questa definizione di mese intermedio: un passaggio tra il freddo ed i primi tepori, un momento che sottolinea senza troppa enfasi il cambiamento della stagione; tant'è che il colore del mese è l'elegante grigio e non esistono elementi caratteriali forti per i nati del periodo (Acquario) se non quelli di una buona capacità diplomatica, di smussamento degli angoli e di accomodamento, un atteggiamento di stile; per chi la conosce, la canzone smooth operator di Sade potrebbe essere un buon viatico, anche se già nel nome della canzone, intraducibile (smooth-> smussare, levigare), e della cantante, troppo traducibile, potremmo avvitarci in sottili perversioni; per ora attendiamo quieti, scaldiamo i motori.
 
Su nostra madre terra in febbraio la luce comincia ad aumentare; dopo il buio dei mesi precedenti i tramonti si dilungano un po' nel pomeriggio infondendo nuova speranza nella vita; è un sentimento che porta positività nei cuori tanto che la religione cosmica ha portato in questo periodo la festa della candelora, quella benedizione dei ceri e delle candele che unisce l'essenza della terra (luce che aumenta) con l'essenza dell'uomo (speranza di vita) legando le rispettive vite (re-ligio, religione in senso primo): nuova luce, nuova vita.

E nel cristianesimo quale luce è più grande di quella del Cristo? Insieme alla candelora il primo febbraio si festeggia la presentazione di Gesù al tempio e la Purificazione di Maria il 2 febbraio; dopo 40 giorni esatti da Natale Maria non è più impura. La donna veniva considerata impura fino a 40 giorni dopo il parto, quando secondo la legge ebraica il figlio e la madre potevano presentarsi al tempio; del resto la radice februare ha tra i tanti significati espiare, purificare. Incontriamo per la prima volta questo concetto di purificazione catartica che sarà il filo rosso che lega le simbologie del mese. La stessa successiva festa di san Biagio si rivolge alla purificazione della gola, della parola, e l'imposizione delle candele incrociate è un rito chiaramente leggibile come la purificazione portata dalla luce sulle parole; le candele sono benedette affinché ovunque vengano accese o siano poste, allontanino i principi delle tenebre (dalla liturgia della benedizione delle candele).
 
 

Sade -  Smooth operator
La presentazione di Gesù al Tempio
Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova
 



 
 
La simbologia stellare del periodo fa molto uso di acqua (costellazioni: Acquario, Tritone, Delfino, Pesci: è il 'mare celeste'); acqua che, da sempre, simboleggia la conoscenza. Nel grafismo del segno dell'Acquario appare una persona che versa una brocca d'acqua nella costellazione precedente; è breve il passo verso il quattordicesimo arcano dei tarocchi dove la Temperanza versa l'acqua da una brocca d'argento ad una d'oro (purificazione, di nuovo) e il termine stesso ci riporta alle doti di continuità, diplomazia, grigio come elegante risoluzione del conflitto, smooth operator, tutto si tiene. Infatti il 'Genio della Temperanza' è l'arcano dell'acquario, secondo molti; rappresenta la metamorfosi interiore, la guarigione, la rigenerazione, tutti concetti-chiave del segno; ma a quale prezzo si ottengono? Februare è anche febbre, la febbre della terra ('febbraio, la terra ha la febbre' proverbio calabro, 'febbraio, la terra in calore', romagnolo), la febbre che è il ribollire delle carni testimone della guerra interiore che ad ogni influenza ci ricorda che attraverso la passione febbricitante riusciamo a guarire, a tornare ad essere sani. Quant'è giusto il nome delle medicine che impediscono la sana febbre: anti-biotici, contro la vita, ci impediscono di lottare e guarire (dentro l'anima).

 
 

simbologia astrale dell'Acquario
Arcano XIV - Il Genio della Temperanza  
 
 
La simbologia stagionale vede il seme ben piantato nel profondo; è spuntata la radichetta, comincia a formarsi una personalità, l'essere vivente emerge come individuo anche se non ha ancora coscienza di sè; nel passaggio, non è più un individuo solo in potenza, ora comincia ad acquisire un'essenza distinta dagli altri che lo qualifica come singolo. Ben lontana è la luce, siamo ancora sotterrati in profondità; ma è proprio qui che avvengono quei cambiamenti, possiam ben dirlo, radicali, archetipici, intrauterini: quei sommovimenti del profondo dell'anima che influenzeranno la vita alla luce.
I contadini in questo mese vedevano le scorte assottigliarsi e finire, si pregava per un buon inizio di primavera.
Questo periodo per i romani era l'ultimo mese dell'anno; il mese nel quale tirare le somme e prepararsi per la nuova stagione che sarebbe esplosa di lì a breve; anche per loro un mese dai significati profondi tanto da dedicargli feste tra le più inconsuete; ai Saturnali di gennaio si susseguono altri tipi di feste, inquietanti; per cercare di annusarne il senso è bene fare qualche passo ancora verso il profondo e lasciarci prendere dalla febbre.
Scendiamo ancora di un gradino aiutandoci con i numeri.
 
taoPer il nostro calendario questo grigio mese secondo già nella numerologia ci aiuta: il due è il numero della polarità, è l'inizio della manifestazione della vita stessa così come la conosciamo; tutto ciò che conosciamo ci appare diviso in due, polare perchè diviso: bianco/nero, luce/ombra, etc.
Ciò che prima dei tempi era l'uno il divino, l'unico, passa attraverso la divisione per diventare umano, due, sensibile, temporale, noi; il passaggio è chiaro fin dalla Genesi dove la spaccatura è all'inizio del mondo. Eva non era golosa di mele, ma allontanò l'uomo da dio mangiando un frutto, cioè il prodotto, non di un melo ma dell'albero della conoscenza del bene e del male, cioè 'inventando' la polarità che ha generato l'umano dal divino. Grande Eva, grande Madre, grande sophia; ma su questo magari prenderemo altre direzioni in altri mesi.
Anche la biologia ci aiuta: l'origine della divisione della cellula, la meiosi e la mitosi con tutti i misteri irrisolti che ancora comportano (perchè una cellula si divide?) riportano su un piano biochimico l'interrogativo filosofico, la nascita del due  dall'uno.
Questa polarità ci indica che in ogni manifestazione della vita esiste sempre un opposto, che le cose esistono sia come appaiono che nel loro modo opposto, anche se la seconda manifestazione è spesso sotterranea, non palese; in questo senso abbiamo aspettato il ventesimo secolo e Jung per parlare di tipo introverso e estroverso, per capire che ciò che ha importanza di base nel conscio ha il suo immediato opposto corrispondente nell'inconscio; è il concetto dell'ombra che ognuno porta dentro di sè, quell'insieme di valori esattamente opposti a quelli in superficie che brulicanti e silenziosi lavorano nell'inconscio. Valori, questi ultimi, spesso repressi, castigati, messi a tacere: non di meno potenti sulle nostre personalità. Volete sapere cos'è che odiate di più al mondo? Non è difficile scoprirlo, ciò che più odiate è il vostro peggiore difetto, quello che non riuscite ad ammettere; per la proprietà transitiva il vostro peggior difetto è ciò che più odiate. Saperlo e accettarlo è sofferenza, è catarsi, aumenta il dolore, il calore, si passa in uno stato di agitazione, febbricitanti, solo espiando nel dolore della conoscenza (febbre? quaresima? psicanalisi? manzìe?) possiamo andare verso la guarigione, la pietra filosofale, le nozze alchemiche o... il semplice star bene.
 
Se questo è vero per le persone, così è vero per le cose (come in alto così in basso, come in cielo così in terra) e anche questo mese di febbraio e questo periodo dell'acquario davanti ad un aspetto di un elegante gessato grigio accompagnato da diplomatiche accomodanti parole nasconde l'esatto opposto: la febbre, il febbricitante profondo inconscio che si manifesta con i riti e le feste popolari; perchè è proprio in questo grigio e tranquillo momento di passaggio che viene accettata da tutti la possibilità di impazzire (Semel in anno licet insanire  citava un amico passeggiando in via Po, almeno una volta all'anno è lecito impazzire) e di portare alla luce quelle passioni che covano nel buio dell'anima per il resto dell'anno.
 
E' dal simbolismo astrologico che troviamo l'indizio che ci porta di un'altro gradino più in basso.
Nella concezione geocentrica tutti gli astri che ruotano attorno alla terra sono pianeti, sole e luna compresi; nel loro ruotare occupano le posizioni definite dalle costellazioni nelle quali si trovano più o meno bene, posizioni codificate da almeno quattromila anni; probabilmente di più, al punto di innestarsi nella storia stessa della nostra evoluzione, di fornire la materia base di quegli archetipi che seguono filogeneticamente e ontogeneticamente lo sviluppo delle nostre menti ( vedi Jung, L'uomo e i sui simboli), cioè la nostra essenza più profonda; in poche parole: superstizioni.
Nello scorso gennaio/capricorno abbiamo per esempio citato che Saturno si trovava assai bene tra quelle stelle, Venere e Luna molto meno.
Tra tutti i pianeti quello più grande e più bello è il sole, è il portatore di vita dei valori più sani e forti, più palesi, dell'orgoglio, della forza d'animo e della vitalità; è luce e vita, ed è il pianeta che definisce il vostro segno zodiacale: quando siete nati il sole era nella costellazione del vostro segno.
E' un pianeta di importanza fondamentale nella definizione dei valori positivi e nella religione cattolica Cristo è il sole del mondo.
Anch'esso, come tutti i pianeti, si trova meglio in alcune costellazioni e peggio in altre; visto che tutti i pianeti devono avere regole simili (vedi L. Morpurgo, Il convitato di pietra - Trattato di astrologia dialettica) anche il Sole deve avere un momento in cui è meno forte, meno bello, meno potente; indovinate in quale costellazione?
Ed è proprio qui, in acquario/febbraio che è in esilio, la posizione peggiore.
L'esilio del Sole è difficilmente interpretabile tant'è carico di valenze negative; soprattutto per il nostro modo occidentale di pensare che esalta il bene/positivo e demonizza il male/negativo.
 
Questo orgoglioso sole che si nasconde, che abbassa gli occhi in questo segno e in questo periodo dell'anno è di grande aiuto per i curiosi dell'anime perchè nascondendosi lascia intravedere gli strati bui, le pulsioni nascoste, quelle zone oscure dove l'occhio normalmente non si posa perchè preferisce ignorarne la presenza piuttosto che ferirsi di consapevolezza. E' come durante un'eclisse: il sole si oscura e potete vedere le stelle in cielo; anche prima c'erano ma il sole le nascondeva con la sua luce, i valori positivi erano così forti da nascondere il male; ecco perchè l'eclissi è sempre un presagio funesto.
 
nettunoIn queste oscurità vivono le passioni più profonde che spingono il seme a vivere, a resistere, a cambiare per diventare vita nuova, per spingersi ad una metamorfosi verso una vita più chiara, più palese; non avremmo la baldanza di Marte primaverile senza l'oscuro lavoro in febbraio del lontano Nettuno, che è il pianeta della metamorfosi che qui si esalta e ci riporta al senso delle brocche d'acqua dell'arcano del Genio della Temperanza, grazie alla catarsi che porta l'acqua dal vaso d'argento al vaso d'oro purificandola.
 
Quando le feste erano più vicine all'anima mundi questo era il periodo degli inquietanti Lupercalia (nel giorno 15 del 'nefasto' mese di febbraio); essi stessi derivano da una tradizione precedente che voleva che per favorire la fertilità in questo periodo le donne fossero possedute da un capro, o da un lupo (a seconda che la tradizione fosse del sud o del nord; la lega avrebbe votato lupo). L'accoppiamento con un animale è rito di antica memoria; evocare il capro, il simbolo del diavolo, che è colui che divide (diabolo, dia-ballo, divido) e genera la polarità (cioè il creato!) come essere fecondante è quanto di più vicino al concetto di creazione esista; il seme diabolico è l'agente divisore dell'unità divina che genera il mondo materiale vivente che sarà sempre in bilico tra due posizioni, sarà sempre polare. Il male (meglio, il diavolo) è essenziale alla vita, tanto quanto Giuda è necessario a Cristo.
 
Tra i romani questa fu una delle ultime feste originarie mantenute; la festa diventò più 'umana', senza tralasciare di portare con sè elementi simbolici che riconducono alla 'tradizione': due schiere di giovani scelti e segnati con un coltello bagnato nel sangue e pulito con lana bianca imbevuta di latte uccidono dei capri e si vestono con le loro pelli scuoiate; in parte da quelle pelli ricavano delle fruste con le quali corrono impazziti a battere la terra e le donne, simbolo della penetrazione del seme che fertilizza il suolo e il ventre; le donne si espongono nude ventre alle fruste e chiedono di essere colpite per assicurarsi la fertilità; il tutto in un febbricitante clima di parossistica esaltazione.
 

La purificazione attraverso il dolore (attraverso la febbre), è un concetto di cui s'è fatto man bassa nelle nostre tradizioni, al punto che si è pensato che il dolore in sè fosse purificante; dai cilici agli esercizi spirituali di sant'Ignazio la storia occidentale è disseminata di sofferenze delle quali spesso s'è perso il senso; al di là della imitatio Christi, l'imitazione di Cristo che vale per fede personale l'animo umano a volte si crogiola nella sofferenza; ne siano testimonianza i tanti taciuti masochismi i cui piaceri sono pubblicamente condannati e privatamente perseguiti, lontani dagli occhi, dalla luce, nell'esilio del sole: solo l'elegante, diplomatico, grigio febbraio sa, e pudicamente tace.
Sarebbe forse destabilizzante per molti accostare il sadomasochismo ai rituali quaresimali di purificazione, ai cilici, agli esercizi spirituali; una bestemmia. Meglio apparire discretamente muti e tacere dei dolori di stomaco del giovane Ignazio da Loyola, veri motori di penitenza, delle soddisfazione dei torturatori di giovani vergini streghe. Meglio tacere di chi promuove quella che il divino marchese (de Sade) citava come la più grande delle perversioni: l'astinenza.
 
Una delle feste della candelora più famose è quella della madonna Schiavona di Montevergine, vicino ad Avellino: è la iuta dei femminielli, cioè dei travestiti, le persone che vivono la notte soddisfacendo gli istinti più profondi e scomparendo alle prime luci del giorno; ancora una volta ci si presenta il confine che si fa labile (tra l'uomo e la donna), ancora una volta si manifesta l'esilio del sole che li scaccerebbe, ancora una volta il carattere antieroico, intrauterino, antivitale di questo febbraio si manifesta. Ancora una volta il cerchio si chiude, l'Opera si compie: ed è davanti ai nostri occhi.
 
Ed è un gioco da ragazzi ora tornare all'inizio a pensare alla quaresima e al carnevale: due febbri dell'anima che di esprimono in maniera opposta , periodi divisi e incernierati dal mercoledì delle ceneri: nulla è a caso e, puntuale, ritorna l'antieroico, l'imperturbabile grigio.
 
 
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Ora è compiuto il percorso negli inferi del mese, transitando nelle terre dove il sole non vuole passare, abbiamo conosciuto una parte di noi stessi sulla quale ancora indagare. In queste fredde mattine è bello immaginare la calda estate, gli indumenti leggeri, la brezza tiepida; potremo goderceli ancor di più sapendo che traggono il senso anche dagli inferi febbricitanti di questo mese che, anzi, ne sono i motori occulti.
 
La liturgia di questo mese non può che essere il sentire la terra gelida sotto i nostri passi, ragionando del fuoco che sottende, della forza del seme che preme verso l'alto: pazzo di senso, febbricitante di vita.
Con questa consapevolezza nel cuore sarà più facile, lentamente, alzare gli occhi al cielo per ripensar le stelle.
 

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