m'illumino d'inverno

Rimango comunque affascinato dall'inverno; come ogni introverso preferisco guardarmi dentro che guardare fuori, e l'inverno è guardarsi dentro.
Dicembre, il solstizio, la porta degli dei: di lì il percorso scuro, la nave nel grande mare profondo, la rotta verso l'alba.
Soffro il freddo, mi crogiolo nella speranza dei tepori della primavera, delle calure estive; nonostante questo quando si ripresenta la 'brutta' stagione ai primi freddi tremo un po' e annuso l'aria piano, goduto, perchè mi scalda il cuore sapere che attraverserò un'altra Notte.
La primavera mi stordisce di potenza, l'estate m'inebria di calore, l'autunno m'impazzisce di colori; l'inverno mi accarezza lieve, saggio e rude mi accompagna delicato.
Adoro il sole basso, le luci livide, le ombre lunghe, i colori desaturati nei cieli foschi o le nevi algide nei cieli tersi.

Ripensandomi mi si chiarisce quanto mi abbia fatto crescere questa stagione, quanto initimamente m'appartenga il rosario dei giorni corti e freddi, la gloria che cova sotterranea e nascosta, l'enorme potenza celata dietro ad un abito dimesso. Già nel contemplare le immagini mi è chiaro cosa sia per me la porta degli dei: m'illumino d'inverno.

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