tecniche di democrazia partecipata

italo losero

Google+ Italo Losero

31 ottobre 2012, 16:02 ultima modifica 31 ottobre 2012, 16:23
Una piattaforma per la democrazia partecipata, diffusa, delegata.

Molte sono le domande che la crescente diffusione della rete pone ai sistemi democratici.
L'annullamento delle distanze geografiche, temporali ed in termini di mezzi tecnologici comporta un appiattimento delle gerarchie di comunicazione che mette in discussione i tradizionali sistemi della democrazia delegata; ciò che oggi può un 'twit' o un post su social network era inimmaginabile anche solo pochi anni or sono.
Accorciandosi la catena della comunicazione tra delegante e delegato si delineano all'orizzonte mezzi tecnologici che tentano di favorire la 'democrazia dal basso', portandola verso forme di impensabile potenza e flessiblità; è la 'democrazia liquida' della quale si è fatto alfiere il partito pirata tedesco utilizzando la piattaforma 'liquid feedback', adottatta anche in Italia da qualche gruppo attivista (movimento 5 stelle in primis).

Da tecnologo dell'informazione in rete trovo interessante progettare una piattaforma alternativa, per più motivi:
1) LF è scritto in 'lua', linguaggio di programmazione che non conosco; nonostante sia open source, questo limite è per me difficilmente valicabile
2) Mi sembra importante 'possedere le chiavi' del sistema di conoscenza. Penso che chiunque progetti un sistema di democrazia partecipata deva essere in grado di conoscere fin nei dettagli il sistema progettato e, quando necessario, cambiarlo o arricchirlo a seconda delle necessità.
3) LF non possiede un requisito che ritengo indispensabile: il collegamento con il territorio, la georeferenziazione di utenti e interventi.
4) LF è 'solo' un sistema decisionale; mi piacerebbe progettare un sistema più ampio nel quale chiunque voglia partecipare abbia a disposizione anche strumenti paralleli (un blog, un forum) per dire la sua anche al di là del momento decisionale.

Il sistema in progetto non è 'contro' LF che, anzi, mi sembra un'ottima piattaforma ed ha l'innegabile pregio di essere la prima e la più utilizzata; è invece una piattaforma che 'insieme' a LF può generare sistemi di democrazia partecipata e sarebbe interessante trovare modi per interfacciare l'una all'altra.

Le piattaforme di democrazia partecipata si basano su principi nati ben prima delle piattaforme stesse; a volte si confondono gli uni (principi) con le altre (piattaforme), penso sia bene tenerli distinti; in particolare è bene distinguere il principio di delega da quello di votazione.

Il principio di delega, o 'proxy voting', è quello che più ha portato alla definizione di democrazia 'liquida'. Consiste nel fatto che ognuno può delegare un'altra persona a votare al posto suo. In fondo è lo stesso principio presente nella democrazia parlamentare: voto per persone che sono delegate a votare in mia vece.
La differenza però è fondamentale, in tre punti:
1) in questo caso scelgo direttamente la persona delegata, non c'è un processo di 'elezione' che potrebbe non portare in parlamento il mio delegato; inoltre posso in ogni momento revocare la delega alla persona che ho delegato.
2) La delega inoltre può essere soggetta a vincoli, diversi in diverse piattaforme: posso delegare una persona solo per quanto riguarda una questione, o un certo tema, e non per un'altro (p. es.: sulla sanità non ho esperienza, preferisco delegare il tal dei tali che ne sa più di me) oppure istituire deleghe su base geografica (per la Sicilia delego il tal dei tali, per la Val d'Aosta il tal altro, per il comune di Pessinetto (TO) un terzo ancora) o su un mix tra le prime e le seconde: in Sicilia e solo sulla giustizia il tal dei tali.
Quando una questione viene messa in votazione vengo informato del voto che ha espresso il mio delegato, o 'proxy'; posso revocargli la delega e ri-impadronirmi del mio potere di voto se non sono d'accordo.
3) Ultimo punto, importantissimo, anche i proxy possono, a loro volta, delegare altre persone. Il sistema concentra il potere nelle mani di pochi se tutti delegano, mentre invece lo distribuisce in basso se in pochi delegano; anche in questo caso la struttura è 'liquida' a seconda del comportamento degli elettori.

La votazione avviene attraverso 'proposte' che chiunque può presentare; ad esse chiunque può a sua volta presentare proposte alternative.
Una persona potrebbe proporre che nel proprio gruppo il portavoce migliore sia Tizio e mette ai voti questa proposta. Prima di arrivare alla votazione vera e propria segue un dibattito durante il quale chiunque può presentare proposte alternative; alla fine del dibattito, di durata in giorni prefissata, potrebbero esserci più proposte alternative per la scelta del portavoce: Tizio, Caio, etc.
Alla scadenza della durata della discussione parte il periodo, anch'esso limitato, durante il quale si vota. Ogni votante esprime una preferenza sulla lista dei candidati ordinandoli: prima il candidato assolutamente preferito, quindi quello in seconda battuta, e così via fino ad arrivare al candidato meno desiderato di tutti.
Non vince il candidato che ottiene più voti, o quello con la media di posizioni più alta; vince quello che confrontandosi con tutti quelli alternativi in tutte le votazioni ottiene il migliore posizionamento. Esistono più metodi per calcolare in questo modo il risultato della votazione: il più diffuso è il 'metodo di Schulze' che propone infine la lista ordinata che va dal candidato 'migliore' a quello 'peggiore' nel confronto tra pari. Fa una certa impressione vedere che il vincitore potrebbe non essere chi ha ottenuto la maggior parte dei voti.

Proxy voting + metodo di Schulze costituiscono una piattaforma di 'democrazia liquida' come LiquidFeedback.
Ci sono, a mio parere, alcuni componenti aggiuntivi da prevedere per aumentare il grado di partecipazione degli utenti.

Innanzitutto la questione della geografia del territorio va presa in considerazione, tanto più in un territorio variegato come quello italiano. Le piattaforme online (siti web, social network etc) soffrono spesso di una dematerializzazione del contesto locale appiattendo al rango di 'utente' non geograficamente determinato qualsiasi persona; ancora, l'idea che tutto avvenga in un 'cloud' spinge ancora più nell'impalpabile l'azione svolta online.
Penso sia invece importante in questioni di democrazia partecipativa poter analizzare direttamente ciò che capita e che parte da un certo territorio, o che lo vede come oggetto di discussione; per questo georeferenziare la posizione di chi propone la votazione, di chi vota, della zona interessata dall'oggetto in discussione mi sembra indispensabile per dare più materialità al voto. Ciò non implica assolutamente che la posizione geografica influisca nel risultato delle votazioni; consente però di caratterizzare geograficamente le modalità per le quali la votazione ha avuto un certo risultato.
Penso sia importante, per ogni utente, avere a disposizione un meccanismo per tenere sott'occhio quanto succede in una determinata zona, personalizzandosi l'interfaccia in modo da avere una maggiore sensibilità per le questioni locali; potrebbe essere utile ottenere automaticamente i feed delle notizie del territorio tramite i giornali locali.
Esistono, naturalmente, questioni per le quali non sembra in prima battuta necessario il dato geografico; se ad esempio pensiamo ad una elezione per un candidato alle primarie a livello nazionale potrebbe non aver senso definire qual è la località in oggetto (Roma?), ma potrebbe invece avere molta importanza guardare i dati disaggregati per territorio per capire il comportamento locale nella votazione.

Penso che la costruzione di un sistema di partecipazione attiva non avvenga solo attraverso il voto; a volte può essere più influente un intervento informativo piuttosto che una votazione. Per questo una piattaforma ideale potrebbe avere a disposizione la possibilità, per ogni utente ed a pari livello, di utilizzare un sistema informativo molteplice.
Il sistema dovrebbe dare la possibilità si  inserire interventi a livello locale o meno che possano essere visti, letti e commentati da tutti, corredati da un sistema automatico che mette in evidenza quelli più visti / letti /approvati. Tutti gli interventi della stessa persona potrebbero costituire il blog del singolo utente.
Vista l'importanza dell'intelligenza collettiva, anche un forum con libero accesso  potrebbe essere utile per organizzare la conoscenza in filoni di discussione ed un wiki permetterebbe la redazione a più mani di singoli documenti da proporre eventualmente alla votazione.

Sia ben chiaro che interventi, blog e forum potrebbero anche essere forniti da terze parti come link inseriti nella discussione; in questo modo però viene a perdersi la possibilità di organizzare gli oggetti di comunicazione con un meccanismo premiale che consenta di evidenziare i più seguiti o approvati. Questo meccanismo è sicuramente un potente motore di rappresentatività perchè anche chi non vuole votare potrebbe scrivere interventi utili a chiarire le idee a tutti.

Proxy voting + metodo di Schulze + geolocalizzazione + sistema informativo potrebbero costituire un buon inizio per una piattaforma di democrazia liquida con qualche possibilità in più rispetto a quelle esistenti; consentirebbe di far crescere dal territorio le decisioni collettive, come una radice che ben diffusa nel terreno fa crescere la pianta della democrazia.

i politici nella rete, tra dati aperti e pensieri chiusi: intervento su lacassa.net

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